Il 28 aprile 2009, presso il Teatro Comunale si è svolta la giornata di studi Dal Castello al territorio, organizzata dal Comune. Un Teatro, haimè semivuoto, animato soltanto da qualche scolaresca. Assenti assessori e consiglieri comunali, ma è mancata soprattutto la partecipazione dei cegliesi. Straordinaria e altamente qualificata la presenza di illustri studiosi, il prof. Raffaele Licinio, Direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi e docente dell’Università di Bari; prof. Franco Porsia e Pasquale Cordascio docenti presso la stessa Università ; dott. Victor Rivera Magos dell’Università di Siena. La Presidenza dei lavori è stata affidata al prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei.
Da questi straordinari cattedratici attendevo buone nuove, per apprendere e magari scoprire nuovi documenti e argomenti sconosciuta sulla storia di Ceglie. E’ bene dire subito che la delusione è stata tanta: la manifestazione era solo una passerella politica, francamente stucchevole!
Ma andiamo al contenuto. In questi ultimi anni ho partecipato a decine di convegni, ma non mi era mai capitato di ascoltare professori d’università e studiosi di professione, per giunta ospiti, infarcire la propria relazione, con un’accusa rivolta agli studiosi locali sulla metodologia e sui contenuti dei loro lavori. Un attacco ingiustificato verso “studiosi” che cercano, con enormi sacrifici e molti limiti, di portare un contributo alla conoscenza di avvenimenti storici che riguardano Ceglie.
Ma, non dovrebbero essere gli studiosi di professione a portare linfa alla ricerca storica, con documenti frutto di ricerche d’archivio e non con tesi fantasiose?
I professori si sono attorcigliati intorno ad un documento, quello del 1120 o su altri due o tre, già pubblicati da studiosi come Ludovico Pepe, Petra Lamers e altri, o inseriti nei Registri della Cancelleria Angioia ricostruiti dal Filangieri.
Una Giornata piena di attese, risultata per usare un eufemismo, insoddisfacente se non inutile.
Mi auguro che nella pubblicazione degli Atti delle due giornate di studio, vengano inseriti altri documenti o elementi utili per meglio conoscere sia il territorio che la storia del nostro Castello.
Non si può parlare di questa struttura senza avere a disposizione, se ancora sono presenti, i documenti conservati dai discendenti della famiglia Verusio, ad oggi del tutto sconosciuti o inopinatamente negati alla consultazione degli studiosi.
Ancora una considerazione. Visto che in questa Giornata si è spaziato in tutti i campi è mancata qualsiasi notizia sulle vicissitudini storiche della nostra Chiesa in quegli anni. Un argomento che sicuramente sarebbe stato trattato ad altissimo livello e con grande competenza dal prof. Fonseca un vero luminare in questa materia.
Non posso chiudere questa nota, senza rilanciare ancora una volta una proposta fatta attraverso le pagine di questo giornale nel lontano 2001 e cioè quello di pensare seriamente a ricostruire con metodo scientifico la nostra storia.
Per fare questo è necessario: volontà politica, risorse economiche certe e la costituzione di un Comitato scientifico composto da esperti, coinvolgendo in questo progetto gli Archivi di Stato della Regione e soprattutto quello di Napoli.
Solo mettendo insieme tutte queste risorse sarà possibile, lavorando sodo per anni, avere un storia di ceglie degna di questo nome.