Chianche

Le antiche, ma non troppo, chianche di Ceglie, per usare un puro eufemismo, traballano. I lavori di manutenzione stradale hanno aggravato la già critica situazione. Numerosissime sono le segnalazioni dei cittadini che hanno denunciato il cedimento delle chianche, delle nuove basole e del manto stradale, con estremo pericolo per l’incolumità pubblica. I pezzi più martoriati sono via Francesco Argentiero, via Archita, via XX Settembre, via Amendola, via Colombo, via Nisco, via Toscanini etc. a seguito dei lavori per l’impianto della rete idriga, fognante e del gas. Alla fine dei lavori il manto stradale non viene ripristinato così come prescrivono tutti i capitolati di appalto e manca completamente il controllo da parte degli organi comunali preposti.
Allora di chi sono le responsabilità se le nostre strade sono diventate un colabrodo?
La punta di diamante di questo degrado è Piazza Plebiscito e via Dante. A pochi anni dallo loro riqualificazione con una nuova pavimentazione, buche, dissesti e rottura del basolato rendono pericoloso la loro percorrenza in macchina, se il manto stradale è bagnato, ma anche camminando a piedi è difficile rimanere in piedi, come possono testimoniare le numerose persone cadute che si sono dovute sottoporre alle cure del medico e hanno chiamato in causa il Comune per i danni subiti.
La pericolosità è stata più volte denunziata dalle colonne di questo giornale e nessuno ha preso i dovuti accorgimenti per eliminare questo sconcio.
Il problema va risolto e anche con urgenza, così da preservare quello che resta dell’antica pavimentazione ancora presente in città.
Attendiamo ancora risposta alla nostra denuncia sulla sparizione delle antiche chianche svellate dalle vie cittadine in questi anni, di cui si è persa ogni memoria, non vorremmo che facessero bella mostra di se in qualche villa cittadina o forestiera.
Qualcuno ci può rispondere?

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Di Redazione Ceglie Plurale

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